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Insegnante, Istruttore, Allenatore di fronte al soggetto scoliotico: cosa fare e cosa non fare.

Questa relazione è stata presentata in occasione del XIII CONGRESSO NAZIONALE DELLA S.I.E.F. dal tema "Il trattamento incruento della scoliosi oggi: il corsetto Chêneau e la Ginnastica Medica al servizio della persona", che si tenne a Lido di Camaiore l'8 e 9 Novembre 2008.
La relazione venne presentata dal Prof. Marco Pecchioli, Medico Ortopedico e Direttore dell'Istituto Duchenne, e da Danilo Matteucci e Paolo Bartolozzi, insegnanti di Educazione Fisica e Maestri di Ginnastica.
Nella relazione si spiegò come dovrebbero comportarsi diverse figure professionali, in questo caso l'insegnante, l'istruttore e l'allenatore, nel caso in cui avessero a che fare con un soggetto scoliotico.
Spero che la relazione possa dare molti spunti di riflessione a chi leggerà e ci siano domande a riguardo.
Buona lettura.



La frequenza nella popolazione di soggetti portatori di scoliosi è molto elevata.
Non è possibile oggi dire "quanto" sia elevata, perché non esistono e non è neppure possibile condurre studi affidabili su questo argomento, ma resta il fatto che sono veramente molti i soggetti con scoliosi.
Rivolgendoci ad un uditorio generico, ossia di persone non necessariamente competenti in materia di scoliosi, è bene aggiungere subito che se la scoliosi conosciuta da tutti è il "gobbo per parte", quanto detto sopra non significa che ci siano molte persone "gobbe".
Sono molte difatti le scoliosi che a malapena le vede lo specialista.
La frequenza delle scoliosi nella popolazione diminuisce in proporzione inversa alla gravità, ossia scoliosi molto gravi sono rare, scoliosi leggere sono molto frequenti.
La preoccupazione di fronte ad una scoliosi anche leggera nasce dal fatto che le scoliosi gravi iniziano piccole e piano piano si aggravano ed anche dal fatto che oggi sappiamo che le scoliosi lievi, che restano lievi anche in età adulta, col passare degli anni, invecchiando, possono diventare molto gravi e provocare anche dei dolori intensi.
Una caratteristica delle scoliosi lombari e dorso-lombari anche leggere in età giovanile è che esse possono dar luogo, con l'invecchiare della persona, ad un visibile e psicologicamente penoso incurvamento di tutto il tronco.
A questo punto sorge immediato il problema di come si deve comportare in insegnante a scuola, quando abbia nella scolaresca  dei soggetti scoliotici, un istruttore in palestra, quando debba far fare la ginnastica a dei clienti con scoliosi, un allenatore sportivo, quando si trovi ad allenare degli atleti (per lo più ragazzi o ragazze) portatori di scoliosi.
Con questa nostra relazione cercheremo di dare una risposta a questa domanda "come si deve comportare".
Cercheremo anche di dare delle risposte chiare, precise, ma anche sintetiche.
Per fare ciò si stabiliscono alcune regole generali.

PRIMA REGOLA
"La colonna vertebrale va lasciata in pace".
Questo significa che in un soggetto scoliotico, ma questo vale anche per tutte quante le persone, NON si devono mai fare esercizi di mobilizzazione del rachide, perché una colonna vertebrale a rischio di scoliosi, o con una scoliosi già in atto, se viene mobilizzata, letteralmente si scardina e tende a "crollare".

SECONDA REGOLA
"Ricercare l'indipendenza tronco-arti inferiori".
Ciò significa che tutti i gesti atletici che richiedono un movimento degli arti sul tronco, o viceversa del tronco sugli arti, devono essere resi autonomi, ossia gli arti devono potersi muovere senza coinvolgere o indurre un movimento del tronco o viceversa.
Questa regola prevede la ricerca della massima mobilità delle anche, sia sul piano articolare in senso stretto, che sul piano muscolare.
La scelta degli esercizi rivolti all'ottenimento di questo risultato richiede una grande competenza da parte dell'insegnante, ma anche una grande dedizione e spirito di sacrificio da parte del soggetto, perché è necessario un grande allenamento ed il mantenimento nel tempo dei risultati raggiunti.
Bisogna poi imparare a riportare tutto ciò nella gestualità della vita quotidiana ed anche questo è un argomento specifico.

TERZA REGOLA
"Il soggetto scoliotico deve vivere una vita più normale possibile, rinunciando a meno cose possibile".
Questo significa che il soggetto scoliotico è una persona normale e non un emarginato; è una persona che deve poter fare l'attività motoria al pari di tutti gli altri suoi compagni in palestra e non in ospedale o in clinica di Riabilitazione, con un insegnante in tuta da ginnastica e non con un fisioterapista in camice bianco.
Questo richiede una grande preparazione da parte dell'insegnante, istruttore, o allenatore ed una sufficiente disponibilità di mezzi e attrezzature ginniche.

Queste tre regole prevedono una convergenze di idee ed orientamenti tra coloro che orientano la terapia, una mente sgombra da preconcetti e timori ingiustificati ed un sapere comune e condiviso.

  • Il parere dell'ORTOPEDICO.
(Devo specificare in questo caso il mio parere, perché come emerse in un dibattito avvenuto a Roma al Congresso SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia) di due anni fa, io mi trovai solo a confrontarmi con le mie opinioni con quelle del Prof. Pietro Bartolozzi e di tutta la platea degli Ortopedici presenti quel giorno in sala che la pensavano in modo diverso, ossia negavano la necessità di Ginnastica Correttiva nel soggetto scoliotico)

Il soggetto scoliotico deve essere curato secondo il criterio più efficace.
A tutt'oggi la scoliosi ha trovato nel corsetto CHÊNEAU l'ortesi più indicata e nella Ginnastica Correttiva e/o Medica eseguita secondo le Tecniche I.D.. la più utile e verificata tra tutte quelle proposte.
L'Ortopedico pertanto di fronte ad una scoliosi valuterà se esista l'indicazione o meno all'uso del corsetto (che è la cura della scoliosi) e prescriverà la "ginnastica eseguita secondo le tecniche I.D." come adiuvante igienico indispensabile...
Deve specificare "secondo le tecniche I.D.", perché tali tecniche sono verificate e soprattutto partono da presupposti teorici corretti e senza velleità terapeutiche e correttive della scoliosi, come viene ingannevolmente vantato da altre metodiche.
Quanto sopra prevede l'esistenza di tecnici ortopedici che sappiano costruire bene il corsetto CHÊNEAU, di Maestri di Ginnastica che conoscano le Tecniche I.D., di Palestre o Studi di Ginnastica che non siano troppo distanti dall'abitazione del soggetto scoliotico, una legislazione adeguata "dedicata" per tali palestre - distinte da quelle per l'attività sportiva - una legislazione che riconosca la Professione di Maestro di Ginnastica, una Scuola di grado universitario dove questi Maestri di Ginnastica vengano preparati (attualmente esiste soltanto l'ISTITUTO DUCHENNE di Firenze) e dove si coordini la ricerca.
Sarebbe secondo me necessaria l'introduzione dell'insegnamento gratuito della Ginnastica Correttiva in tutte le scuole elementari e medie inferiori.
Per la pratica di attività sportive l'Ortopedico acconsente a tutte, tranne quelle che manifestamente sono dannose alla colonna vertebrale, quali il sollevamento pesi, certe forme di lotta, certe forme di ginnastica che destabilizzano la colonna vertebrale perché le richiedono una eccessiva mobilità, ecc., da praticare in modo cosiddetto "non agonistico".
In altre parole lo scoliotico, anche portatore di un corsetto, deve da giovane potere imparare a nuotare, a sciare, a giocare a tennis, a pattinare, ad andare in bicicletta, a giocare al calcio, a pallavolo, a pallacanestro, a remare, ad andare a cavallo, a danzare, ecc. secondo le possibilità economiche della famiglia e le sue preferenze, per condurre da adulto una vita più completa possibile ed in ogni caso al pari delle altre persone.

  • Il parere dell'INSEGNANTE
L'insegnante di Educazione Fisica a scuola dovrebbe essere preparato con dei corsi di aggiornamento appositi per affrontare bene la ginnastica da proporre a tutta la sua scolaresca, con la consapevolezza che tra i suoi alunni potrebbero esserci dei soggetti scoliotici e che né lui, né altri, né loro stessi sanno di avere la scoliosi.
La ginnastica scolastica dovrebbe rispettare comunque i principi teorici elencati in apertura di questa relazione, perché essi sono validi per tutte le persone.
La palestra della scuola dovrebbe essere ben attrezzata con tutti gli attrezzi della ginnastica classica e con tutte le misure di sicurezza necessarie.
L'insegnamento della ginnastica dovrebbe avere a disposizione almeno 3 lezioni settimanali di un'ora ciascuna distinte e non raggruppate in un solo giorno, per contrastare i danni provocati sugli alunni dalla sedentarietà.
Durante queste 3 ore di lezione l'insegnante dovrebbe dedicare del tempo per lo studio specifico degli esercizi di Ginnastica Correttiva che sarebbero utili comunque per tutta la scolaresca, magari a scopo preventivo delle deformità dell'apparato locomotore.
I giochi sportivi potrebbero essere eseguiti da tutti gli alunni.
Per gli scoliotici devono comunque essere evitate le attività che comportino il sollevamento di pesi, tenendo in considerazione sempre le Tre Regole prima elencate.
  1. La colonna vertebrale va lasciata in pace
  2. Ricercare l'indipendenza tronco-arti inferiori
  3. Il soggetto scoliotico deve vivere una vita più normale possibile, rinunciando a meno cose possibile

  • Il parere dell'ISTRUTTORE.
Quando si dice istruttore, ci si riferisce ad una figura professionale che si è dedicata in modo specifico ad una certa attività motoria o sportiva.
Generalmente però questo termine viene riservato a coloro che lavorano nelle palestre di fitness.
Questi istruttori hanno una grande professionalità nel loro specifico settore, ma non hanno la competenza di un insegnante laureato.
L'istruttore pertanto insegnerà la sua disciplina a chi a lui si rivolgerà e metterà in guardia e starà lui stesso in guardia, sulla evenienza di avere a che fare con soggetti scoliotici.
Per essi dovrà attenersi ai principi fondamentali enunciati sopra ed eventualmente limitare e adeguare ad essi l'attività motoria proposta.

  • Il parere dell'ALLENATORE.
L'allenatore, per il suo ruolo peculiare di allenare un soggetto per prepararlo alla pratica della specialità sportiva di cui si tratti, è assimilabile all'istruttore.
Nelle società sportive di livello professionistico, di fronte ad un soggetto scoliotico, si limiterà all'insegnamento dei fondamentali individuali e di squadra appartenenti a quello specifico sport ed al gioco o alla gara.
In particolare egli lascerà la preparazione atletica di base ad un insegnante che avrà una competenza specifica in materia di scoliosi, accettando eventualmente anche certi adattamenti del gesto proposti dall'insegnante stesso.
Nelle società sportive minori sarà bene che l'allenatore si protegga con una certificazione medica attestante l'idoneità del soggetto scoliotico a praticare quell'attività sportiva in modo non agonistico e che non si addentri in esercizi di preparazione atletica di base, per evitare di incorrere in errori, non essendo lui lo specialista ginnico della scoliosi, né avendone la voglia di diventarlo.
Egli inoltre non dovrà umiliare il soggetto scoliotico facendolo sentire diverso dagli altri limitandolo nell'attività sportiva non agonistica: lo scoliotico, se un certificato medico lo attesta, potrà praticarla senza problemi, aggiungendo, magari per conto proprio, la preparazione fisica di base fatta sotto la guida di mani esperte come quelle di un Maestro di Ginnastica.

2 commenti:

  1. Allora.
    è un bel manifesto che condivido in pieno(pur non facendo parte del I.D.).
    Prevedo comunque un percorso di sensibilizzazione molto lungo.
    Vi scontrate con:
    -la pura e semplice questione numerica:la qualità soffre del problema di essere inversamente proporzionale alla quantità;detto con altre parole,oggi siamo tanti,ma veramente tanti,ed un discorso valido come il vostro si scontra con la legge dei (grandi)numeri.
    -molti soggetti scogliotici effettivamente non sanno di esserlo/non hanno mai investigato/non interessa saperlo fino a che non duole la schiena-andiamo tutti dal dentista solo col dente cariato,no?
    Quindi vista la superficialità delle visite mediche non agonistiche,credo che il numero di soggetti a rischio per scogliosi presente ma non nota,sia elevato.
    -la comunita ortopedica ha un quadro spesso piuttosto settoriale e limitato del corpo umano.
    Fa male il ginocchio?
    è il menisco
    fa male il polso?
    Tunnel carpale.
    Rendersi conto che il polso può far male a causa della cervicale,ed il dolore di gionocchio per problemi a schiena o piedi,anche oggi non è così comune in campo ospedaliero.
    Quindi,anche se qualcosa si muove,prevedo una lunga battaglia per far accettare la vostra posizione.
    Spero abbiate tanta pazienza e tante forze.
    in ogni caso avete comunque la mia simpatia:))

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    1. Ciao Daniele.
      Hai toccato uno dei tasti più dolenti forse...
      Quello che c'è scritto nel post è quello che dovrebbe accadere...ma purtroppo come hai detto anche te nel tuo commento non è affatto così...
      Oltre ai motivi da te elencati, che condivido in pieno, ce ne sono anche altri...interessi, mancanza di volontà, mancanza di aggiornamenti professionali, mancanza di onestà...
      Il discorso è veramente enorme e impegnativo...credo che non mi basterebbe una pagina di blog per provare a spiegarmi...
      Mi limito a dire che se ognuno facesse il proprio lavoro con maggiore onestà professionale forse le cose andrebbero meglio...
      ...non so se hai capito a cosa mi riferisco...ma credo di si...
      Noi comunque ce la stiamo mettendo tutta...vedremo cosa accadrà...solo il tempo ce lo dirà...
      Continua a commentare i miei articoli e a seguirmi!
      Per me è veramente un piacere leggerli e risponderti!
      A presto!

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