Cerca nel blog

La colonna vertebrale scoliotica è restia alla flessione in avanti

L'aspetto più nobile dell'ORTOPEDIA, che è poi il motivo per cui essa è nata come branca a sé stante della medicina, consiste nell'impegno di diagnosticare più precocemente possibile l'esistenza della deformità con lo scopo di avere maggiori possibilità di correzione sfruttando i fisiologici meccanismi della crescita corporea e nello studiare e mettere in atto tutte le misure correttive e preventive al fine di portare alla guarigione della deformità (esempio tipico la Displasia Congenita dell'Anca), o evitarne l'aggravamento (esempio tipico la Scoliosi).
In questo aspetto l'ORTOPEDIA è alleata all'Educazione Fisica. Quando l'ORTOPEDIA, per motivi diversi, fallisce, lascia il posto alla chirurgia.
Secondo questo ragionamento, la chirurgia ortopedica sancisce in certi casi il fallimento del periodo che ha preceduto l'atto chirurgico, ossia del momento ORTOPEDICO vero e proprio.
Chi è appassionato di ORTOPEDIA sente molto profondamente l'ansia della ricerca di tutto quanto possa essere utile per contrastare la deformità e quindi per far sì che esse non debbano essere trattate chirurgicamente e vive come una propria sconfitta il non essere riuscito nel suo intento di ORTOPEDICO. Per questo motivo un bravo ORTOPEDICO è anche un cultore e un divulgatore dell'EDUCAZIONE FISICA.
L'EDUCAZIONE FISICA difatti, potrebbe essere definita come "ORTOPEDIA PREVENTIVA".
Questo articolo si inquadra nell'ordine di idee di dare all'ORTOPEDIA una ulteriore possibilità per prevenire l'aggravamento della Scoliosi Idiopatica.
Esso fa capire che i pazienti scoliotici non devono eseguire mai flessioni del busto in avanti durante i movimenti della loro vita quotidiana, tantomeno come esercizio fisico o Sport.
La strutturazione della deformità scoliotica è l'elemento che la caratterizza e la distingue dall'"atteggiamento scoliotico" e da altre deformità.
Tra gli elementi che fanno parte della strutturazione, la "rotazione" è quella che viene presa in esame in considerazione nel presente articolo per spiegare l'anomalo comportamento della Colonna Vertebrale scoliotica durante il movimento di flessione del busto in avanti.
La rotazione, che presenta la sua massima espressione alla "vertebra apicale" della curva scoliotica, modifica i "riferimenti spaziali" di ogni vertebra da essa interessata, rispetto ai riferimenti spaziali del corpo dello scoliotico preso globalmente. Specificando: per una vertebra ruotata, il davanti del corpo del soggetto scoliotico tende a diventare laterale e ciò è tanto più evidente quanto più la rotazione è accentuata.
Il movimento di flessione del busto in avanti è un movimento che si svolge sul piano sagittale del soggetto ed in particolare la Colonna Vertebrale normale flettendosi in avanti si muove su tale piano e si cifotizza.
Nella Colonna Vertebrale scoliotica invece, le vertebre sono ruotate ed il piano sagittale tronco non coincide più col piano sagittale delle vertebre ruotate, anzi, quanto maggiore è la rotazione vertebrale, tanto più il piano sagittale delle singole vertebre ruotate si avvicina al piano frontale del tronco.
Succede così che il davanti del tronco tende ad essere il "di lato" delle vertebre ruotate e la flessione in avanti del tronco realizza in effetti una flessione laterale delle singole vertebre scoliotiche ruotate e mai una loro effettiva flessione in avanti che per esse è impossibile.
Pertanto il movimento di flessione in avanti del tronco accentua sia la Angolazione che la Rotazione. In altre parole, ogni movimento di "flessione" del tronco in avanti eseguito dal paziente scoliotico viene realizzato dalle vertebre della curva scoliotica (ciò tanto più quanto più ci si avvicina alla vertebra apicale) non già sul "piano sagittale" delle singole vertebre del tratto scoliotico, bensì su di un "piano obliquo" tanto più vicino al piano frontale delle singole vertebre scoliotiche, quanto più esse sono ruotate.
Quindi, per motivi meccanici elementari, ossia a causa della rotazione, ogni movimento di flessione del busto in avanti effettuato dal tronco del soggetto scoliotico, viene automaticamente trasferito, per le vertebre del tratto scoliotico, verso il "piano frontale" delle stesse vertebre.
Così avviene che quanto più il paziente si flette in avanti, tanto più le vertebre scoliotiche si flettono di lato accentuando la Angolazione e per conseguenza la Rotazione, determinando così un aumento transitorio della deformità scoliotica.
La ripetizione plurima di tali aumenti transitori e forzature in senso peggiorativo della deformità durante i gesti della vita quotidiana, favorito dagli altri fattori concomitanti (aumento staturale, forza di gravità, debolezza muscolare, ecc.) dà luogo all'accentuazione della Scoliosi col passare del tempo.
Si ricordi che è la flessione del busto in avanti la manovra utilizzata dal clinico esperto per svelare Scoliosi di lievissima entità, impercettibili nella stazione eretta, ma che mettono in mostra il loro gibbo e con ciò la loro reale natura proprio con tale manovra.
Su questo concetto su esposto si fonda in parte l'efficacia dei corsetti e della Ginnastica Correttiva da far fare agli scoliotici. Difatti i corsetti impediscono ogni movimento di flessione del busto in avanti e la Ginnastica Correttiva giusta evita ed educa il paziente ad evitare tale movimento quando non ha il corsetto indosso.
Questo articolo vuole richiamare l'attenzione degli studiosi della Scoliosi per ricordare loro che la Colonna Vertebrale scoliotica è restia ai movimenti di flessione del busto in avanti e soprattutto che tale movimento del tronco che si svolge sul piano sagittale, accentua la Angolazione della Colonna Vertebrale scoliotica pur essendo la Angolazione un fenomeno che si estrinseca sul piano frontale ed anche la Rotazione, pur essendo questa un fenomeno che si estrinseca sul piano trasversale.


Marco Pecchioli

Nessun commento:

Posta un commento